Il congresso Ri-volta la carta. Un percorso di affinità elettive e libertarie.


Il congresso Ri-volta
la carta. Un percorso di affinità elettive e libertarie.



Forse è proprio lo
sgombero del Cox18
ad aver provocato tutto, la goccia di troppo. Quando
sulle labbra della gente in corteo si esauriscono gli slogan e rimane
solo la parola: “basta”.


Ognuno di noi sicuramente
aveva l’impressione di fare già tanto o per lo meno di fare il
suo. Ma quando le mazzate cadono sempre più pesanti, più
ravvicinate, ci si comincia a sentire un po’ incazzati e più che
mai decisi a non accettare. E’ proprio in quel
momento che è cresciuto il desiderio di rivendicare, di ricominciare
a conoscersi, a ri-conoscersi, per essere più forti, più preparati,
per far valere non solo i nostri diritti ma anche e soprattutto la
nostra libertà.


L’idea di organizzare
un congresso è nata da questo terreno fertile, da queste mazzate. È
un’idea semplice, spinta dalla necessità. Abbiamo voluto
ritrovarci in tanti e rilanciare i temi di analisi sull’autogestione
e sulle pratiche di democrazia diretta per discutere, per rimetterci
in discussione e riprendere nei suoi vari aspetti la pratica del
pensiero libertario.
Nel gruppo iniziale
c’erano compagni della Cascina Autogestita Torchiera senzacqua,  altro centro
sociale sotto minaccia di sgombero, ma anche compagni del circolo arci Scighera. Abbiamo pensato di indire una due giorni nella quale
confrontarsi sul tema ‘Auto organizzazione e pratiche di democrazia
diretta’ con la volontà di esplorare le infinite realtà milanesi
che si aggregano intorno ad uno o più bisogni, attuando forme di
partecipazione reale nei momenti decisionali.


Il gruppo man mano si è
allargato e prima del congresso contavamo una quarantina di persone
che, nel percorso di costruzione di questo evento di confronto,
sperimentavano queste stesse pratiche di autogestione: un gruppo
fatto di affinità elettive e libertarie.


Certo, nessuno sapeva
come sarebbe andato questo “congresso”. La parola stessa sapeva
di responsabilità, di inizio di “una piccola nuova storia
proiettata su scenari metropolitani futuri ma che si nutre delle
quotidiane esperienze del presente”.


L’abbiamo chiamato
“ri-volta la carta” perché nei nostri intenti e fin
dall’inizio traspariva il desiderio di mettere le carte in tavola,
di metterci in gioco, di uscire dagli schemi prefissati. E da queste
poche parole usciva distintamente il termine “rivolta”.


Il 6 giugno abbiamo inaugurato
il congresso. C’erano tanti compagni e il profumo di una grigliata.
La carne era buona e non ci siamo fatti mancare il vino. La domenica
7 è stata una bella giornata di sole, parole, scambi, brindisi,
energie e annusamenti… nessuno ci ha mandato il temporale
annunciato e proprio per questo abbiamo pensato di continuare sulla
nostra cattiva strada.

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